Il nostro sport è soprattutto show...
... emozioni ...
... imprevisti ...
... e anche divertimento
I giovani promettenti toscani...
...
Si tratta di Gian Marco Panini e Federico Luci. Gian Marco Panini, nato nel 15 Giugno del 1989, abita a Marina di pisa dove inizia la sua promettente carriera calcistica giovanile giocando nella Marinese, Pisa e Cascina, carriera però finita con l'arrivo della passione equestre. Inizialmente cerco di far combaciare i due impegni agonistici ma quando il rapporto con il cavallo si fece più intenso dovette abbandonare l'impegno calcistico. La sua crescita a livello agonistisco, da livello regionale, nazionale e successivamente internazionale, la deve dedicare a i suoi compagni di gara: Blackspot, cavalla di origine purosangue impiegata precendentemente nel corpo della polizia a cavallo, Califfo cavallo sauro sella italiano, Passage cavalla tedesca figlia del capostipite Capitol, padre dei piu importanti cavalli di tutti i tempi, Phanthomas cavallo tedesco acquistato per iniziare a partecipare a le prime gare di livello internazionale junior, Salon Van De Berkenen cavvalla montata precedentemente dal suo istruttore Davide Lazzeri, Columbo cavallo di origine tedesca figlio del bellissimo Calido acquistato alla giovane età di 7 anni, Gronox H cavallo Oldenburg figlio di Grandeur acquistato uscente dalle gare internazionali 1 mentro e 50 con il rinomato Giovanni Lucchetti e infine Salermo cavallo di origine olandese figlio di Emilion per una madre figlia di Jus De Pomme.
...
Federico invece, nasce sempre a pisa ma nel 7 Gennaio del 1991. Amico di Gian Marco condividono a 360 gradi questa bellissima passione, non parlano d'altro e condividono molti dei loro impegni agonistici anche se l'uno fa gare diverse dall'altro. Infatti a differenza di Gian Marco, Federico è junior 1grado qualificato. Federico impara a montare nell'azienda agricola della famiglia Vanni dove trova come compagni da gare: Tempest, pony di origine belga che ha accompagnato Federico nelle sue prime gare, Corsar cavallo di origine tedesca precedentemente di proprietà dell'ormai anziano cavaliere Franco Triossi, Al.Ca.I Fiamma, cavalla di origine italiana figlia del francese Urlick Des Isles, L'ocean De Bornival, cavalla di origine belga, figlia di Major De La Cour per una madre figlia di Grand Veneur, e attualmente fattrice madre di un puledro figlio del fenomenale Inoctro, l'ultimo acquisto è stato Blizzard cavallo di origine belga nato nel 2001 e figlio di Ohio Van De Padenborre e di conseguenza fratello del plurimedaglaito cavallo di Jorem Dubbeldam Up And Down e dell'ormai scomparso cavallo di Juan Carlos Garcia: Toronto Van Den Padenborre. Federico deve dedicare tutte le sue vittoria all'eccezionale Al.Ca.I Fiamma. Infatti con lei ha avuto la soddisfazione di vincere o piazzarsi nelle seguenti competizioni: medaglia d'oro ai campionati italaini allievi brevetti di cervia nel 2003 su ben 220 partenti, nello stesso anno medaglia d'argento ai campionati regionali allievi brevetti indoor, passato di categoria Federico vince nel 2004 i campionati toscani allievi emergenti outdoor e la medaglia di bronzo ai campionati italiani allievi emergenti ad Arezzo, cambiando ulteriormente patente Federico nel 2005 vince la medaglia d'argento ai campionati regionale junior 1grado qualificato outdoor, nel 2006 vince con il team Campalto la medaglia di bronzo ai campionati regionali a squadre, nel 2007, grazie a Gabriele Grassi anno di maggior splendore per il binomio tutto italiano, partecipa con brillanti risultati al Toscana Tour di arezzo, vince le selezioni per la Coppa del Presidente di Piazza Di Siena dove commette un errore nel primo percorso e 0 penalità nel secondo, vince la medaglia d'argento ai campionati regionali junior 1grado qualificato e la medaglia d'oro sempre con il team Campalto ai campionati regionali a squadre e nella stagione indoor numerosi concorsi internazionali.
POTENZA HOLSTAINER
Rodrigo Pessoa & Baloubet De Rouet
L'OLANDESE VOLANTE
LE 10 REGOLE DEL BUON CAVALIERE
1) Se il tuo cavallo sbaglia, chiedigli scusa
2) Accarezza spesso il tuo cavallo così che possa imparare a conoscerti ed amarti
3) Impara a parlare al tuo cavallo, ma sopratutto impara ad ascoltarlo...solo così sarete una cosa sola
4) Ricorda che il cavallo è un dono, un dono speciale, che Dio ha dato all'essere umano
5) Impara a considerare il cavallo come un animale (come del resto siamo tutti noi) e non come una bestia (come sono molti di noi)
6) Non punire il tuo cavallo con botte e frustate, gli incutirai timore ed odio verso l'uomo
7) Non pretendere che il tuo cavallo capisca subito tutto ciò che gli si chiede...Quante cose li ci dice e noi non capiamo!
8)Rispetta ed ama il cavallo per la sua natura libera e selvaggia. Non costringerlo tutti i giorni nel box
9) Ricorda che il cavallo ha un animo fiero e noble. Non offenderlo rendendolo ridicolo agli occhi della gente
10) Ricorda che l'amore che ti dà un cavallo vale più d'ogni ricchezza! Non lo sprecare!
2) Accarezza spesso il tuo cavallo così che possa imparare a conoscerti ed amarti
3) Impara a parlare al tuo cavallo, ma sopratutto impara ad ascoltarlo...solo così sarete una cosa sola
4) Ricorda che il cavallo è un dono, un dono speciale, che Dio ha dato all'essere umano
5) Impara a considerare il cavallo come un animale (come del resto siamo tutti noi) e non come una bestia (come sono molti di noi)
6) Non punire il tuo cavallo con botte e frustate, gli incutirai timore ed odio verso l'uomo
7) Non pretendere che il tuo cavallo capisca subito tutto ciò che gli si chiede...Quante cose li ci dice e noi non capiamo!
8)Rispetta ed ama il cavallo per la sua natura libera e selvaggia. Non costringerlo tutti i giorni nel box
9) Ricorda che il cavallo ha un animo fiero e noble. Non offenderlo rendendolo ridicolo agli occhi della gente
10) Ricorda che l'amore che ti dà un cavallo vale più d'ogni ricchezza! Non lo sprecare!
Mantello grigio
Idolo italiano
Di lui si è detto tanto, forse troppo. Amato, odiato, esaltato, invidiato, ma soprattutto messo a confronto con i "Dioscuri" dell'equitazione italiana, Piero e Raimondo D'Inzeo, di altra statura, di altro modo di montare e di vivere il cavallo, come il loro "antistile". La mia impressione su di lui è sempre stata una e sola: che Graziano Mancinelli fosse cavallo, pensava, come un cavallo, era sensibile e diffidente come un cavallo, annusava l'aria, il campo di gara, come fa un cavallo, e tutt'uno con quell'essere che era parte di sé sapeva cosa poteva chiedere, quando poteva chiedere e quanto, fino a spingersi oltre, al limite del possibile, ma senza sforzo perché anche il cavallo voleva raggiungere lo stesso obiettivo :la "vittoria". Questa sua profonda conoscenza dei cavalli, e soprattutto questa sua capacità di penetrarli doveva derivargli dai suoi esordi, quando giunto a Roma, presso la Farnesina, pensava al governo dei cavalli e alla distribuzione della biada. Il suo battesimo della sella avviene una domenica d'ottobre. Il vecchio cavallo della scuola dal nome spettrale, "Avvoltoio", si libera subito dell'intruso con una sgroppata secca e Graziano finisce a terra. È il momento in cui il giovane comprende quanta determinazione occorre per rimanere in sella. Sono stati anni di "galera", in sella a cavalli mediocri, bolsi, riottosi, per trasformarli in saltatori capaci, ma il ragazzo tutt'ossa, con una gran testa coperta da un mucchio di capelli tagliati a spazzola,ambizioso, instancabile, sa farsi notare e fa parlare di sé quando cominciano a far capolino le vittorie. Il ragazzo ha talento e più vince e più sorge il disappunto, l'incomprensione, l'ostilità, l'invidia. Sente che l'atmosfera gli è ostile, e di sicuro sarà questo ad incidere nell'animo del giovane atleta, lasciando un segno indelebile, rendendolo sempre più duro, affabile ma staccato, capace di porre sempre un diaframma tra sé e la gente, e sempre più vicino al silenzio e alla fiducia dei suoi compagni cavalli. L'atleta non ha tempo per le chiacchiere, parla poco con tutti, ogni parola gli costa fatiche inenarrabili, si esprime con scarni monosillabi, pronunciati quasi senza voce. È tutto concentrato verso l'agonismo e l'affermazione: lui va, rischia e vince, sui campi ostacoli sparsi in tutto il mondo. Il suo stile, almeno in campo non è spesso da manuale, ma è entusiasmante, trascinante, indiavolato e nel suo genere perfetto, le sue mani "tumultuose" sono sempre coerenti, mai contrastano il cavallo, perché la loro azione è del tutto indipendente dalle spalle, dal corpo che conserva l'esatta inclinazione intesa a non alterare mai l'equilibrio del cavallo e a non compromettere l'impulso. A volte sull'ostacolo la gamba "vola" indietro, e così a metà della parabola pare quasi sfiorare la sella. Eppure non è mai staccato, non è mai indietro né avanti, è sempre insieme, e questo non soltanto fisicamente, con gli impulsi, la coordinazione dei movimenti , cioè la dinamica: è insieme psichicamente. Sostiene Mancinelli:"quando lavoro, la mia gamba è a posto, ma in gara è un'altra cosa, bisogna passare a tutti i costi e non si può fare dello stile. Lo stile, sovente, sui percorsi d'oggi, provoca delle piantate". Ha il tempo di controllare il cavallo, il signor Mancinelli non esiste più è soltanto una forza implacabile, la forza di volontà, lo studio preciso dei tempi, la misura del ritmo e dello sforzo per passare, per andare di là. Mancinelli è un agonista straordinario, in apparenza freddo, ma in sostanza nervoso per ricchezza di temperamento, severo con sé ma capace anche di animare un grande ardore e di imporre una serietà profonda nei suoi collaboratori, nei suoi allievi. C'è in lui qualcosa di amaro e di ingenuo insieme, qualcosa di drammatico che rende i suoi percorsi persino allucinanti all'estrema tensione. In campo sicuro, spavaldo, fiero, mai arrogante ma "in alto, pur umile, è il monte che è alto,"come dominato da un demone che lo anima e lo infiamma, poi finito quel breve momento nel quale non si accorge della gente, che lo intimidisce, non sente se non il battito del suo cuore all'unisono con il cavallo, esce dal campo di gara ed è di nuovo chiuso, guardingo, cauto.Tutti i suoi cavalli gli assomigliavano, quasi gli scegliesse per affinità di indole, o ancor più si sceglievano a vicenda: due corpi con una sola anima. Forse Graziano era tutti i cavalli che montava. Dapprima Ussaro un grande sauro dal brutto carattere, difficile, nevrastenico, ipersensibile, obbedì ad una sola persona per tutta la vita; poi fu Elke, una cavalla tedesca grigia potente, ma irregolare, difficile perché molto nevrile. Ma Mancinelli dava un'altra definizione di "difficile": "Difficile, diciamo noi, ma è che su certe altezze tutti i cavalli diventano fatalmente difficili. Fu Elke a lanciarmi nelle grandi gare, a passare i 2metri e 18 in potenza. Debuttai con questa a Lucerna nella Coppa delle Nazioni. Su dodici nazioni alla prima manche solo tre netti:Winkler con Halla, Thiedemann con Meteor, io con Elke. Avevo il cuore in gola". Ancora divenne Rockette,un'altra grigia e Mirtillo un saurino sardo tutto fuoco, piccolo come un cagnolino vinse una potenza a due metri. Rockette è la sorella di The Rock, ma grande la metà. Eppure con lei vinse tutto." È la cavalla più docile della terra", sostiene, "anche se qualche volta pianta grane terribili o si esibisce in stravaganze imbarazzanti". Nel '63 prende con sé anche il fratello di quella dolce bisbetica e con questi due grigi totalizza trenta vittorie in sei CHIO. Nel frattempo il suo stile si faceva sempre più antistile, nelle sue diverse "interpretazioni". Quasi un equilibrista : decisioni prese istante per istante, nella frazione di secondo e attuate come se fossero state meditate da sempre. Una posizione in sella mutevole, variabile consente la libertà assoluta e le sue mani scendono al compromesso, come quelle di un direttore d'orchestra nell'interpretazione di brani difficili. Poi fu la volta di essere Turvey, il suo capolavoro, un purosangue che gli morì in campo, terribile di carattere, ma che Mancinelli aveva interpretato con estrema sottigliezza psicologica e con altissima bravura meccanica. Per dirne una entrava in una gabbia e ne usciva in un tempo solo, senza toccare una barriera. Ma solo con lui e per lui poteva e voleva farlo. La sua miglior interpretazione fu Ambassador, il cavallo del cuore con il quale raggiunse la "sua grande occasione", che lo portava ad eguagliare i maestri. Oro olimpico a Monaco , 1972. Ambassador aveva otto anni, un grande cavallo grigio pomellato di origine irlandese, con una serica e fluttuante coda bianca. Il suo precedente cavaliere, Tommy Brennan lo aveva dichiarato "incedibile", ma Graziano lo volle a tutti i costi, un vero e proprio colpo "di fulmine" e lo ottenne grazie anche all'aiuto, a questo punto fondamentale, del suocero, senza il quale la sua storia sarebbe stata diversa e forse anche quella del cavallo. Nell'equitazione il binomio cavallo-cavaliere non è mai marginale, nel caso di questi due "campioni", la gara del 1972 fu la sintesi di una grande intesa e forse, da parte del cavallo, di una opportuna riconoscenza. "Nato e cresciuto in Irlanda," è lo stesso Mancinelli che racconta,"Ambassador in gioventù fu parecchio maltrattato e molto condizionato dai suoi errori sugli ostacoli che corrispondevano ad altrettante nerbate. Per questo motivo il segreto fu soltanto ridargli fiducia, sicurezza, circondarlo di affetto". Per Mancinelli questo era facile. . . Perché probabilmente quella triste infanzia ricordava un po' la sua, ecco perché dico che Graziano era un po' tutti i cavalli che montava, con i quali condivideva il passato ed il presente, ma soprattutto condivideva il sogno e la realtà! Non dimenticherò mai quella medaglia d'oro: tagliando una curva in modo tale da far diventare due enormi larghi quasi una gabbia, gli ostacoli presi di sbieco, dieci secondi guadagnati, gli avversari costretti a cadenze impossibili sino a "radere" molti dritti.Come un vento nuovo, di rinnovamento, che fa paura, ma che non puoi fermare, perché ti coinvolge e poi ti travolge. Quanto più cerchi di frenarlo, di trattenerlo, di reprimerlo, tanto più esso cresce e diventa più forte, più grande fino a vincere ogni resistenza. Lo senti passare in questo mondo, per raggiungere il quale ha lottato strenuamente, con una forza di volontà quasi cruda e insieme con la schiettezza di chi ha conosciuto anche il rovescio della vita. Sì, chiuso, solitario per natura, è difficile riscuoterne la simpatia, come è difficile trovare uomo più semplice, schietto, vero: uomo di cavalli, vincitore instancabile, grandissimo cavaliere, perfetto istruttore, persona generosa, che ha aperto un negozio al fratello, che ha dato un impiego a suo padre, che ha dato lustro al tricolore italiano nel mondo , che ha fatto entrare i suoi cavalli nella leggenda parlando per sé "di fortuna e di caso", in una intervista televisiva, dopo la vittoria olimpica - uno che la fortuna se l'è "conquistata-, che ha regalato un autografo a me, quasi come fosse un sigillo di gratitudine per la mia ammirazione nei suoi riguardi.
Molto importante fu la scuola di Carlo Costante D'Inzeo, che il colonnello Giuseppe Chiantìa e il Maresciallo Aurelio Landi presero in mano, nel ruolo di istruttori. Entrambe preparatori di alcune persone diventate poi famose: Graziano Mancinelli, appunto, Fausto Puccini, Duccio Bartalucci. . . Altre rimaste nell'anonimato. Da questa scuola ci capisce che cosa significa in poche parole essere parte di un "mondo" che stava ponendo le basi per tutta l'equitazione italiana futura, e soprattutto incrociare figure che avrebbero fatto parlare di sé per anni, molti anni.
"Si fa in tempo- aveva sentito dire da un grande istruttore e perfetto uomo di cavalli- a vivere un'intera esistenza in mezzo ai nostri compagni di sport e alla fine, sempre, ci si può rendere conto che non abbiamo imparato abbastanza; ogni giorno accade di dover scoprire qualcosa di nuovo, che fino al giorno avanti o non si sapeva o era sfuggita alla nostra attenzione", e proprio ora che aveva "imparato a parlare è volato talmente in alto, che adesso è in volo verso il sole, verso il tempo, lasciando un silenzio "assordante" del quale vale la pena di parlare!"
Molto importante fu la scuola di Carlo Costante D'Inzeo, che il colonnello Giuseppe Chiantìa e il Maresciallo Aurelio Landi presero in mano, nel ruolo di istruttori. Entrambe preparatori di alcune persone diventate poi famose: Graziano Mancinelli, appunto, Fausto Puccini, Duccio Bartalucci. . . Altre rimaste nell'anonimato. Da questa scuola ci capisce che cosa significa in poche parole essere parte di un "mondo" che stava ponendo le basi per tutta l'equitazione italiana futura, e soprattutto incrociare figure che avrebbero fatto parlare di sé per anni, molti anni.
"Si fa in tempo- aveva sentito dire da un grande istruttore e perfetto uomo di cavalli- a vivere un'intera esistenza in mezzo ai nostri compagni di sport e alla fine, sempre, ci si può rendere conto che non abbiamo imparato abbastanza; ogni giorno accade di dover scoprire qualcosa di nuovo, che fino al giorno avanti o non si sapeva o era sfuggita alla nostra attenzione", e proprio ora che aveva "imparato a parlare è volato talmente in alto, che adesso è in volo verso il sole, verso il tempo, lasciando un silenzio "assordante" del quale vale la pena di parlare!"
Nel nome di Opaline
Under 21 a Confronto
Nelle foto i giovani cavalieri toscani, Federico Luci e Gian Marco Panini.
Qualcosa forse si sta muovendo?
dal sito FISE:QUOTE TESSERAMENTO 200822.02.2008E’ disponibile nell’area “La Federazione” - “Statuto e Regolamento” la tabella riepilogativa delle quote di spettanza FISE 2008 con le seguenti modifiche deliberate dal Consiglio Federale: 1) La quota di Aggregazione delle Associazioni Discipline non Olimpiche è stata portata da Euro 420.00 a Euro 150.00 2) Il cambio di residenza sportiva di un atleta, inteso come passaggio da una Associazione ad un’altra, non comporta più alcuna spesa. 3) La quota annuale Veterinari è passata da Euro 150,00 a Euro10.00 4) E’ stata tolta la sanzione per omesso rinnovo relativo al tesseramento dei cavalli, pertanto se un cavallo non ha pagato la quota 2007 nel rinnovare il tesseramento per l’anno 2008 gli verrà addebitata solo quest’ultima. 5) La Registrazione alla FISE dei passaggi di proprietà dei cavalli italiani registrati all’UNIRE non comporta alcuna spesa. 6) Le quote relative al Calendario Salto Ostacoli sono state differenziate in base alla tipologia del concorso: CIN Tipo A (tre giorni) – Tipo B (due giorni) – Tipo C (un giorno) 7) Le quote di spettanza FISE calcolate sulle iscrizioni ai concorsi Nazionali e Internazionali di Salto Ostacoli varieranno a partire dal 1° aprile p.v. come segue: CIN 1 stella dal 10% all’8% - CIN 2 stelle e superiori, CSI 1 stella dal 5% al 4%.che stia cambiando qualcosa'?? o è solo un metodo per dare il contentino a noi povere vittime del salasso che comporta questa nostra comune passione???